Se si prova a gettare in pasto in un motore di ricerca la parola “Fotobiomodulazione” per capirci di più quanto risulta non è detto chiarisca troppo le idee, anzi. Tra i primi risultati viene fuori la definizione di “nuovo” trattamento per la degenerazione maculare secca legata all'età, una speranza contro la maculopatia. In ordine sparso poi si legge che è una tecnica terapeutica per problemi alla pelle e si sovrappongono parole come medicina estetica, laser, cellule, LED. Si possono anche acquistare dei dispositivi su Amazon.
Chiediamo di far chiarezza alla dottoressa Federica Peci, psicologa, esperta dell’area neuropsicologica, ricercatrice in Neuroscienze cognitive e CEO di
Cerebro, azienda di biotecnologie per la riabilitazione cerebrale.
Cosa è la Fotobiomodulazione?
Il termine “fotobiomodulazione” si riferisce al meccanismo, ovvero l’utilizzo della luce su specifici tessuti biologici. Quando parliamo di Fotobiomodulazione in ambito neurologico dobbiamo aggiungerci un termine in più: “transcranico”. Questo definisce il distretto corporeo su cui questa luce agisce.
Inoltre, la luce utilizzata può essere di diverso tipo, Laser o LED, e di diverse intensità, dai 600 ai 1000 nm. Quindi ogni strumento di Fotobiomodulazione in base alla parte del corpo su cui viene posto e in base ai nanometri utilizzati produce effetti diversi.
È conosciuta infatti nell’ambito della medicina estetica e odontoiatrica da diversi anni. Se rimaniamo però nell’ambito della Fotobiomodulazione transcranica parliamo di una luce nel vicino infrarosso che dal 2018 a oggi sta diventando sempre più conosciuta e con ampi protocolli scientifici. Infatti, ci discostiamo dalle attuali stimolazioni cerebrali e ci inseriamo nell’ambito della modulazione del metabolismo dei neuroni con effetti benefici sulla riduzione dei processi infiammatori, dello stresso ossidativo e un miglioramento della circolazione sanguigna cerebrale.
È inoltre fondamentale non comprare dispositivi di questo tipo su internet perché state applicando una luce sul vostro tessuto cerebrale e non è da prendere alla leggera. I professionisti di modulazione cerebrale con NIR sanno esattamente quali sono i principi biologici e i protocolli da seguire e anche dove questo strumento potrebbe non essere indicato. Fatevi seguire da Professionisti Sanitari esperti.
Oggi è scientificamente validata come terapia?
Assolutamente si. Ci sono già numerosi protocolli clinici per trattare sintomi di patologie neurologiche di origine infiammatoria e anche per ridurre quell’affaticamento neuronale che caratterizza la vita quotidiana di ognuno. Questo caso non rientra nell’ambito della patologia ma in quello di Prevenzione.
Quindi per quali patologie?
Con patologie neurologiche di origine neuroinfiammatoria si intendono ad esempio Alzheimer, Parkinson o quella che negli ultimi anni è stata chiamata “nebbia cognitiva”.
In caso di Alzheimer, ad esempio, la persona con il progredire della malattia può mostrare difficoltà di linguaggio, di memoria, di percezione ed esecuzione di movimenti complessi. Ecco, la fotobiomodulazione transcranica -ribadisco, opportunatamente utilizzata- ha effetto sulle funzioni cognitive, migliora la microcircolazione cerebrale e quindi la qualità di vita. Il Parkinson è una patologia neurodegenerativa a evoluzione lenta e progressiva, la fotobiomodulazione transcranica è efficace nel miglioramento delle funzioni motorie e cognitive.
In generale, le attività quotidiane e lavorative richiedono l’utilizzo di funzioni cognitive complesse come la memoria a lungo e a breve termine, capacità di pianificazione e risoluzione di problemi. La fotobiomodulazione transcranica aiuta a potenziare la abilità cognitive in coloro che sperimentano stanchezza mentale.
Cerebro ha messo a punto un dispositivo che ne sfrutta le potenzialità. Di cosa si tratta?
Si chiama
NIR Cerebro® Infrared
è uno strumento elettromedicale (classe IIa), non è invasivo ed è indolore. È un casco che emette luce nel vicino infrarosso (810 nanometri) attraverso i 256 LED posizionati al suo interno. Lo abbiamo messo a punto nel 2019 e mentre uscivamo con l’idea progettuale veniva pubblicata su una rivisita internazionale scientifica dal MIT e Harward un articolo sull’utilizzo della luce a livello cerebrale e i suoi benefici. Ci siamo sentiti in linea con l’oltreoceano e sapevamo che stavamo percorrendo la strada giusta. Nel 2020, poco prima della pandemia abbiamo iniziato la validazione clinica grazie a strutture sanitarie sul territorio che ci hanno aiutato. Potete immaginare la difficoltà negli anni a venire ma non ci siamo mai fermati e ora vantiamo 15 centri in Italia che utilizzano le nostre strumentazioni compreso NIR Cerebro® Infrared e ci aiutano a validare protocolli con studi clinici sempre più sofisticati.
Cosa ha di diverso NIR Cerebro® Infrared rispetto agli altri dispositivi?
NIR Cerebro® Infrared utilizza in modo innovativo la tecnica di Fotobiomodulazione transcranica innanzitutto perché agisce sull’intera area cerebrale corticale e perché è tarato per essere utilizzato su due canali: il primo sull’area motoria, premotoria e visiva, il secondo su quella esecutiva, sensoriale e linguistica.
Produce effetti benefici a “cascata”: sulla circolazione sanguigna a livello cerebrale, sul metabolismo dei neuroni, diminuisce lo stress ossidativo, riduce la morte delle cellule cerebrali e favorisce la formazione di nuovi neuroni. Altra caratteristica è che modula, non stimola. NIR Cerebro® Infrared modula il comportamento delle cellule e agisce sul loro piano metabolico. Essendo una modulazione non ha effetti collaterali.
Come si può iniziare un trattamento? Cosa fare? A chi rivolgersi?
Si può contattare uno dei centri affiliati in Italia al
Progetto Cerebro: sono cliniche, studi medici, poli sanitari che utilizzano i nostri dispositivi e le nostre metodiche.
Ogni realtà sanitaria prenderà in carico i pazienti valutando la storia clinica e quale strumento potrebbe essere il più indicato. L’esperienza e la formazione dei nostri professionisti permettono di scegliere il trattamento più indicato in quel momento per quel paziente.
Se il professionista reputa NIR Cerebro® Infrared come strumento di trattamento allora 1 / 2 volte a settimana, per 18 minuti vi verrà posto il caschetto sulla testa e nel mentre vi verrà chiesto di fare qualcosa: esercizi motori, esercizi cognitivi, esercizi sul linguaggio o di rilassamento. Tutto dipende dalla situazione clinica di partenza.